“E’ giusto che un vescovo riposi dove era solito offrire il sacrificio”. Le sepolture dei vescovi di Ravenna nella Cattedrale

“E’ giusto che un vescovo riposi dove era solito offrire il sacrificio”

Quando Ambrogio, Vescovo di Milano, decise di porre le reliquie dei Santi Gervasio e Protasio sotto l’altare, non solo affermava l’importanza delle reliquie ma, al tempo stesso, sottolineava quello strettissimo legame tra il luogo del sacrificio e la sepoltura vescovile: “Queste vittime trionfali – scrive Ambrogio – si avanzano verso il luogo dove Cristo è offerta sacrificale. Ma Egli, che è morto per tutti, sta sull’altare; questi, che sono stati riscattati dalla sua Passione, staranno sotto l’altare. Questo posto io avevo scelto per me, perché è giusto che un vescovo riposi dove era solito offrire il sacrificio; ma a queste vittime sacre cedo la parte destra: questo luogo era dovuto ai martiri”.

La Basilica Ursiana, fondata dal vescovo Orso (399-426) agli inizi del V secolo, insieme all’Episcopio e al Battistero forma il complesso episcopale, monumento di capitale importanza nella storia della cristianità; ad esso va aggiunta la Cappella Arcivescovile di Sant’Andrea, databile all’episcopato di Pietro II (494-519).

E’ in questo straordinario complesso architettonico, monumento autorevole di fede, che, lungo i secoli, si collocano numerose sepolture vescovili a partire da Orso, sino alle ultime spoglie mortali del Cardinal Ersilio Tonini (1975-1990) e di Monsignor Luigi Amaducci (1990-2000) che in questi giorni sono state trasferite in spazi adiacenti la Cattedrale.

Il vescovo Orso – come accenna il Liber Pontificalis – è il primo vescovo la cui sepoltura è attestata nella basilica Ursiana: “Fu sepolto, come alcuni affermano, nella predetta chiesa Ursiana o Anastasis, che egli aveva costruito, davanti all’altare, sotto la lastra di porfido, dove sta il vescovo quando canta la messa”, in quella basilica che lui stesso, come Andrea Agnello scrive, aveva fondato: “per primo cominciò a costruire un tempio di Dio per raccogliere, come piissimo pastore, in un solo ovile il popolo cristiano che vagava in locali isolati”.

Oltre alla sepoltura di Orso, sono presenti dal X secolo le reliquie di alcuni tra i primi Santi vescovi ravennati – Aderito, Calocero, Probo, Procolo, Dato, Liberio, Agapito e Marcellino – trasferite dal territorio di Classe, dove erano attestate le loro originarie sepolture, in cattedrale nella cripta appositamente edificata. Ad esse, nel 1874, si aggiunsero le reliquie del capo e della mano destra di Sant’Apollinare.

Nella Cattedrale, anche se per lo più nascoste e dimenticate dai più, sono altre sepolture, tra le quali segnaliamo – senza la pretesa di dare in questa sede un elenco esaustivo delle sepolture vescovili – quelle di Antonio Cantoni (1767-1781) e del suo successore Antonio Codronchi (1785-1826) nella navata sinistra, di Ferdinando Romualdo Guiccioli (1745-1763) la cui sepoltura non coincide con il cenotafio, Maffeo Nicola Farsetti (1727-1741), Luca Torreggiani (1645-1669), Pasquale Morganti (1904-1921), lungo la navata destra. Nella medesima navata presso l’altare del Crocifisso, sono le reliquie del vescovo Esuperanzio (468-477) e dell’arcivescovo Massimiano (546-556), le cui sepolture erano attestate rispettivamente in Sant’Agnese e in Sant’Andrea: lì le pose nel 1809 l’arcivescovo Antonio Codronchi.

Nella Cappella della Madonna del sudore è la sepoltura del Beato Rinaldo da Concorezzo (1303-1321) vescovo di Ravenna al tempo di Dante Alighieri.

Non più all’interno della Cattedrale bensì in spazi adiacenti ad essa – spazi importantissimi da un punto di vista archeologico – si colloca la nuova area funeraria per i vescovi ravennati, alla quale si accede dal fondo della navata destra dove una volta, i ravennati lo ricorderanno, era situato il monumento di San Marco.

Prof. Giovanni Gardini

Consulente per i Beni Culturali della Diocesi di Ravenna-Cervia

giovannigardini.ravenna@gmail.com

RISVEGLIO n. 29, 25 luglio 2014

Per chi legge gli articoli correlati dico: attenzione alle date!

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