Annotazione I e III

Con Annotazione I e III Lucia Nanni attraverso un esasperato groviglio di fili e di pensieri, di sentimenti e di emozioni, osserva figure di mistiche.
Maria Egiziaca, Lucia Bubilda Nanni
Maria Egiziaca, Lucia Bubilda Nanni

Isteria e misticismo

Con Annotazione I e III, la prima e la terza tappa di una ricerca sul rapporto tra isteria e misticismo, Lucia Nanni attraverso un esasperato quanto lucido groviglio di fili e di pensieri, di sentimenti e di emozioni, osserva – e invita noi a fare lo stesso – figure di donne, di mistiche che nel loro rapporto con Dio hanno portato all’eccesso, o all’esasperazione, la loro esperienza trascendente. 

Maria egiziaca, la cui esistenza si perde in una narrazione tanto ardita quanto leggendaria di una vita di mortificazione nel deserto, e Rosa da Lima, dal cuore totalmente dedito all’amore a Cristo nella ricerca di una sofferenza capace di espiare il male dell’uomo, rivivono nei volti, nei corpi e nelle espressioni di due donne a noi contemporanee. 

Ha dei lunghi capelli Maria egiziaca, perché così raccontano le più antiche tradizioni che la ricordano, penitente e solitaria, mentre rinuncia alla bellezza del suo corpo e ai piaceri a cui, questo, era stato dedito. Non più ornamento di un corpo tanto desiderato quanto voluttuoso, ma segno di rinuncia agli ornamenti più preziosi e alle vesti sontuose, restano, dunque, lunghi capelli sciolti, intrico di nero e di filo, attraverso il quale si intravede un corpo che nulla cede alla passione. Nello sguardo pudico che l’artista ha saputo e voluto cogliere e che la modella ha offerto risuona il desiderio tenace di questa donna di nascondersi al mondo e agli sguardi degli uomini, sguardi che troppo a lungo avevano indugiato sulla sua avvenenza e che lei aveva preteso.  Avvolta da questa massa scura che sono i suoi capelli Maria egiziaca, figura dei primi secoli dell’era cristiana, rivive in pose quasi bestiali, accovacciata come se dovesse levarsi in un balzo; così farebbe un animale feroce che teme per la vita e la libertà. Così fa la santa, che teme gli assalti demoniaci.   

Se nella sua nudità Maria egiziaca appare spigolosa – c’è un tormento silenzioso che emerge da questo corpo dagli arti lunghi e rigidi – per Rosa da Lima l’artista immagina e ottiene un corpo più dolce e femminile capace di far risuonare, nei grandi e intensi occhi che riempiono il volto di questa donna, il compiacimento per una bellezza esibita. Il pudore è trattenuto, o meglio, cercato quando Rosa da Lima è raffigurata rannicchiata su sé stessa e le mani si stringono sulle gambe, in un intreccio leggero. Un piccolo cane, giocoso, sospende il dramma di una vita che la tradizione agiografica ricorda come un’esistenza in cui la sofferenza autoinflitta è portata all’esasperazione. Se i capelli scomposti di Maria egiziaca sono un magnifico abito di penitenza, un fiume di acqua limpida che purifica, quelli di Rosa da Lima diventano un lezioso artificio, da lei escogitato, per nascondere quella corona di spine, più volta perfezionata, perché il supplizio fosse sempre più preciso e puntuale. Eppure, Lucia Nanni, nelle sue opere non lascia trasparire questa sofferenza, ma ritrae una donna decisamente consapevole della sua avvenenza. Solo una pietra, a ricordo di quali stratagemmi Rosa da Lima era capace per martoriare il suo giovane corpo. Lucia Nanni la immagina, inoltre, come una femme fatale, quasi che la santa fosse sdoppiata nel suo esatto contrario.   

La nudità e i folti capelli accomunano queste due donne, perlomeno negli sguardi che di loro Lucia Nanni ci offre. Ascetica l’eremita in fuga nel deserto, più voluttuosa la ricca fanciulla peruviana, ma queste altro non sono che le visioni dell’artista e certamente è vero per entrambe quanto scrive Elémire Zolla, ne I mistici dell’Occidente, riguardo a Rosa da Lima: «Nulla può intendere di santa Rosa chi la osservi dalle sabbie mobili dell’età moderna». 

Giovanni Gardini

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