Perpetuo disonore

La triste vicenda di alcuni mosaici a Sant'Apollinare Nuovo
Sant'Apollinare Nuovo
Sant'Apollinare Nuovo, immagine da R. Garrucci

Nelle Storie ravennati Girolamo Rossi ricorda come a seguito della sanguinosa battaglia di Ravenna

«il cenobio di San Mama, che per i Francesi era stata una comoda base, dove si ritiravano, quando attaccavano la città e battevano le mura, doveva essere raso al suolo».

A seguito della distruzione del loro convento ai Frati Minori dell’Osservanza fu concesso di trasferirsi nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Essi si fecero promotori di numerose opere e ancor oggi sono visibili diverse testimonianze francescane. Tra i lavori ascrivibili alla loro committenza vi fu anche la costruzione di un organo che purtroppo distrusse inesorabilmente parte degli antichi mosaici sia di Teoderico sia dell’arcivescovo Agnello; questo, infatti, andava a intercettare le figure del Cristo in trono, degli angeli e l’inizio della processione dei santi. Flaminio di Parma, che scrisse le Memorie istoriche delle chiese, e dei conventi dei frati minori dell’osservante, e riformata Provincia di Bologna, al proposito annotò:

«Vi fu pur troppo, chi senza discernimento ebbe il ghiribizzo d’ivi collocare un’Organo con notabile pregiudizio in quei Musaici; ed ho usate, ma inutilmente, tutte le diligenze per iscuoprire l’ignorante autore del grave disordine, affine di registrarne il nome a perpetuo disonore».

Successivamente, «da Religiosi di mente sana» l’organo fu trasportato altrove, ma ormai… il danno era fatto.

Giovanni Gardini

R. Garrucci, Storia dell’arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa

https://www.ravennaedintorni.it/rd-blog/cartoline-da-ravenna/

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